LE OTTO COMPONENTI DELLO YOGA



Lo Yoga nasce in India e, dal momento che non esiste una vera e propria documentazione sulle sue origini, non si sa esattamente come e quando abbia avuto origine. La prima documentazione scritta è costituita dalle Sutre risalenti al periodo tra il 300 a. C. e il 200 d.C., noto come l'Epoca d'oro. Sutra significa testo. Le Sutre infatti sono testi che spiegano la teoria dello Yoga. Precedentemente alle Sutre c'era la tradizione orale.

Il termine Yoga deriva dal termine sanscrito YUI che indica un'azione, il mettere insieme e in relazione più forze e azioni coordinate per raggiungere uno scopo. Come esempio prendiamo l'arco e la freccia. Perché la freccia colpisca il bersaglio e faccia centro devono essere organizzate forze diverse dalle quali scaturisce l'azione desiderata. Un altro esempio è il carro trainato dai buoi che si sposta da A a B. Anche in questo caso è presente una dinamicità, prodotta da più forze e azioni messe in relazione fra loro perché il carro possa muoversi. Nella pratica dello yoga forze e azioni vengono organizzate in modo da ottenere un percorso scorrevole e gradevole.


Distinguiamo 8 componenti fondamentali che danno indicazioni e chiarimenti sulla pratica dello yoga e suoi possibili effetti.

1 - 2) Yama e Niyama forniscono indicazioni relative al comportamento e allo stile di vita e presentano come concetto portante AHIMSA, termine sanscrito che significa privo di violenza e ostilità. Questo concetto di non violenza è rivolto sia alle azioni che al linguaggio e al pensiero verso sé stessi e verso l'esterno: agire, parlare, pensare senza ferire, con rispetto, attenzione, benevolenza.


3) Le posizioni yoga, in sanscrito ASANA, devono essere stabili, piacevoli e generare benessere. Si tratta di coordinare forze e azioni per raggiungere una posizione stabile e così piacevole da avere la sensazione di non volerla abbandonare e permanere nella stessa posizione per tempo indeterminato.

Le posizioni Yoga (asanas) agiscono sulle varie strutture e funzioni del corpo, sui muscoli, sui tendini, sul sistema circolatorio, sul sistema respiratorio, sul sistema nervoso. Il corpo non è qualcosa di a sè stante. C'è una relazione reciproca tra il nostro corpo e le emozioni che proviamo, il nostro pensiero, il nostro agire, le nostre scelte e il nostro vissuto.


4) Pranayama è la parte che riguarda la respirazione. Prana sta per vita e Yama per regolare, stabilizzare. Gli esercizi Yoga hanno un effetto di regolazione e stabilizzante anche sugli organi interni, sull' intestino, sullo stomaco, sul cuore e sui polmoni. Questi ultimi sono considerati nello yoga il più importante organo interno, senza togliere nulla agli altri. Prana è la vita. Chi vive respira! La respirazione è la funzione fondamentale per vivere. Attraverso gli esercizi Yoga la respirazione viene regolata, il respiro non viene trattenuto e acquista un suo ritmo. La respirazione deve rimanere un fenomeno libero e spontaneo nel quale i polmoni vengono impiegati in tutta loro estensione. Possiamo osservare il nostro respiro, cercando di non influenzarlo.


5) Pratyahara si riferisce ai cinque sensi, gusto, olfatto, udito, vista e tatto. Lo Yoga ci suggerisce di metterci in contatto con i nostri sensi e di osservarli. Cosa mi piace veramente mangiare? Quali odori o suoni gradisco e quali no? Come reagiscono gli occhi alle varie immagini. Attraverso la pratica dello Yoga è possibile conoscere meglio i propri sensi e regolarli. Se sono troppo facilmente irritabili e soggetti a reazioni eccessive, perché sottoposti a stress, è possibile calmarli, o, al contrario, è possibile risvegliare sensi e percezioni che per qualche ragione sono rimasti assopiti. Si tratta di liberare i sensi e trovare un equilibrio. I sensi devono raggiungere uno stato simile al fiume che scorre tranquillo lungo il suo corso. Un modo per liberare i nostri sensi da ciò che li irrita è concentrarsi su noi stessi o sulla nostra respirazione durante l'esercizio Yoga.


6) Dharana è la concentrazione distesa e rilassata su qualcosa in particolare. Un esempio è la concentrazione nello svolgimento di un lavoro. Concentrazione e attenzione, basate su uno stato interno di stabilità e calma, permettono di occuparci di noi stessi, del lavoro che stiamo facendo e di creare qualcosa di nuovo.


7) Dhyana, è la concentrazione distesa, diffusa, rivolta al tutto, all'insieme, è la visione globale.


8) Infine Samadhi, il gustare la raccolta dei propri frutti. È il direttore d'orchestra che dirige e gusta il concerto diretto da lui stesso.


In ognuna di queste parti è presente qualcosa delle altre parti. È come una fetta della stessa torta che contiene ingredienti che sono presenti in tutta la torta.




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